
Quando le persone si incontrano o si
lasciano di solito dicono e/o fanno qualcosa, per mostrare i loro buoni
sentimenti o in segno di rispetto. Ci sono modi molto diversi per far questo,
che possono variare in base alla nazionalità, sesso, religione, età e
professione e anche il grado di formalità o informalità. Ad esempio, si può
dire "Ciao", “Hello”, "Sawadi", "Nihao" o "Anyong
haseyo" a seconda se si è italiani, inglesi, thailandesi, cinesi o coreani.
Si può sorridere, fare un cenno del capo, chinarsi a arco o inginocchiarsi, si
può stringere la mano, alzare le mani al petto con le palme premute l’una
contro l'altra, o stendere le mani aperte per unirle a quelle dell'altra
persona, a seconda se si è un cristiano, buddista o musulmano.
Il wai, come il namaste indiano appartiene alla famiglia dei saluti praṇamasana
o dei mudra anjali. Un mudra è un gesto simbolico o rituale tipico dell'induismo
e del buddhismo. Mentre alcuni mudra coinvolgono l'intero corpo, la maggior
parte vengono eseguiti con le mani e le dita. Un mudra è un gesto spirituale, un
sigillo di autentica energia impiegato nell'iconografia e nella pratica
spirituale delle religioni indiane. Mudra significa "sigillo" o
"segno". Il significato della frase è dunque "sigillo
saluto". Anjali è sanscrito per "offerta divina", "un gesto
di rispetto", "benedizione", "saluto", e deriva da
anj, che significa "per onorare e celebrare".
Il gesto viene utilizzato sia per saluti che per addii, ma porta un
significato più profondo di un semplice "ciao" o
"arrivederci". L'unione delle palme fornisce la connessione tra gli
emisferi sinistro e destrodel cervello e rappresenta unificazione o
"aggiogamento". Questo
aggiogare è il simbolo del collegamento del praticante con il divino in tutte le
cose. Quindi, eseguire il pranamasana è onorare sia il sé che l'altro e il gesto
riconosce la divinità sia del praticante che del ricevente.