Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

martedì 3 maggio 2011

Linguaggi thai.

Famiglia di linguaggi strettamente correlati, parlati nel Sudest Asiatico e nel sud della Cina da piu’ di 80 milioni di persone. In accordo con una classificazione molto usata il linguaggio thai si e’ sviluppato in tre rami:
gruppo sudovest comprende il thai, il linguaggio nazionale della Thailandia; il nordest tai e lao, parlato nella Thailandia del nordest e in Laos; il sud tai o Pak Tai, parlato nel sud della Thailandia, lo Shan, parlato nell’est e nel nord del Myanmar; il tai dam, o tai nero, e il tai don, tai rhaw o tai bianco, parlato principalmente nel nord del Vietnam.
gruppo centrale comprende nung e sud zhuang un dialetto correlato parlato nel nord Vietnam e nella provincia di Guangxi in Cina e il thai parlato nella stessa area.
gruppo nord include Buyi e nord Zhuang, un dialetto parlato in Guangxi, Ghuizhon e Yunnan, Cina.
Piccoli gruppi minoritari che parlano dialetti thai comprendono il lao song, parlato nelle zone di Phetchaburi e Ratchaburi, il phuan, parlato nelle zone di Chayaphun, Petchaburi, Prachinburi, il phu thai, parlato nelle zone di Sakon Nakhon, Nakhon Phanom, Mukdahan, lo shan, parlato nella zona di Mae Hong Son, il thai korat o suay, parlato nella zona di Nakhon Ratchasima (Khorat), il tai lu, parlato nelle zone di Nan, Chiang Rai, il thai malese, parlato nelle zone di Satun, Trang, Kabri , e lo yaw, parlato nelle zone di Nakhon Phanom e Sakhon Nakhon.
Tutti i linguaggi tai sono linguaggi tonali.. Molti studiosi credono che la famiglia thai sia relata a un numero di altri linguaggi parlati da popolazioni minoritarie del sud della Cina e del nord Vietnam. Insieme con il thai l’intero gruppo e’ stato chiamato Kadai o famiglia tai-kadai.
Oggi l’etnia thai, in Thailandia, parla quattro dialetti che corrispondono alle quattro regioni del paese: Centro, Nordest, Nord e Sud. Il thai del centro e’ considerato il linguaggio standard ufficiale ed e’ in questa lingua che avviene l’istruzione. E’ il linguaggio della televisione e della radio ed e’ usato come mezzo di comunicazione fra thai di differenti regioni. Il linguaggio del nordest e’ una colorata mistura di thai e laotiano. Il linguaggio del nord ha un proprio fascino. Nel sud si parla un dialetto molto rapido e a differenza del resto della Thailandia con sei toni, il che lo rende quasi incomprensibile persino ai thai delle regioni centrali. In aggiunta a questi quattro ci sono circa 10 dialetti interregionali parlati dai thai in certe zone del paese.
Thai e cinese mostrano diverse similarita’, entrambi ad esempio sono linguaggi tonali. Il thai fu anche modificato piu’ tardi dall’importazione di vocaboli da due antiche lingue indiane: il pali e il sanscrito. Queste lingue portarono nella lingua thai un ricco vocabolario specializzato di termini religiosi, filosofici, scientifici, geografici, medici, legali e governativi e provvidero la base per l’alfabeto scritto. Il thai non e’ scritto con ideogrammi o pittogrammi ma usa un alfabeto derivato da quello indiano, si scrive da sinistra a destra lo stesso di tutte le lingue europee, ma senza nessuna spaziatura fra le parole e nessuna punteggiatura dato che in questa lingua non esiste. Questa mancanza di punteggiatura puo’ renderlo difficile da imparare all’inizio.
Pensate per un momento al ruolo del greco e del latino sull’italiano. Il latino ci da’ l’alfabeto scritto, strettamente relato al greco. Nel caso del tai si puo’ paragonare il sanscrito all’equivalente del greco per l’italiano e e il pali come alla piu’ tarda radice latina.
Sia il sanscrito che il pali sono lingue polisillabiche, non lingue tonali, con una complessa grammatica comprendente singolare e plurale, coniugazioni, ecc.., con cui il thai ha poco a che fare. In questo senso il thai e’ assai meno complicato che l’italiano, il tedesco, il francese e persino l’inglese, dato che la sua grammatica , e’ ridotta. Ha una forma soggetto, verbo, complemento. Non occorre memorizzare un’infinita fila di coniugazioni come per l’italiano, in realta’ cio’ che spaventa gli occidentali di fronte a questa lingua sono i cinque toni: piatto, basso, cadente, crescente e alto. Cio’ che accresce il problema e’ che mentre nella scrittura thai questi toni sono marcati chiaramente non c’e’ nessun modo per segnarli nell’alfabeto romamo, dato che nessuna lingua in cui esso e’ usato li conosce. L’attuale alfabeto thai ha 44 consonanti e 21 vocali insieme con i segni dei cinque toni e ancora insieme ad altri marchi diacritici che indicano abbreviazioni e altre funzioni.
Questo e’ il motivo per cui la scrittura tai contiene molte piu’ lettere della scrittura occidentale.
L'uso dei toni porta a questa semplificazione:
dottore moh – cuocere moh
cane ma – cavallo ma
riso khao. – bianco khao
villaggio muu baan – maiale domestico muu baan.
Inoltre la mancanza di inflessioni porta a comporre parole, a trasformare verbi e aggettivi in nomi e gerundi. Cosi’ suk che significa felice e’ trasformato aggiungendo il prefisso kwam per formare kwan suk per ottenere felicita’. I verbi non hanno coniugazioni ma sono trasformati nello stesso modo da un prefisso come garn che da’ il gerundio.
Il thai e’ un linguaggio melodioso, espressivo in cui l’efonia e’ altamente considerata. Ci sono molte parole pari che non contribuiscono al significato ma sono combinate per produrre un risultato eufonico. Un otttimo esempio e’ sanuk sanam che significa divertimemto.
Sukhotha e’ considerata la culla della nazione thai ed e’ dove l’alfabeto thai fu sviluppato, basandosi sul modello khmer, esso stesso derivato da un antico alfabeto dell’India.
Il primo testo elementare in linguaggio tai fu preparato fu prepato durante il regno di re Narai nel periodo di Ayutthaya ed e’ conosciuto come Chinda Manee.
Di sistemi di romanizzazione, cioe’ di traduzione dei caratteri thai in caratteri occidentali, ce ne sono cosi’ tanti, quasi quanti sono gli insegnanti, il che crea solo confusione e inganni. Ogni scrittore ha inventato un suo sistema favorito di lettere con lo scopo di convertire il suono del linguaggio thai nei caratteri romani. I due migliori sistemi di rimanizzazione sono quello di Rama VI e quello dell'Istituto Reale, comunque anche in questo caso niente e’ perfetto. Il sistema di Rama VI origino’ dal lavoro che gli inglesi fecero in India nel XIX secolo. Questo sistema fu creato perche’ gli amministratori inglesi con un minimo di istruzione potessero leggere e scrivere parole indiane senza avere un’ampia conoscenza dei molti alfabeti indiani. Dato che l’alfabeto thai deriva dall’India, Re Rama VI adotto’ questo sistema .
Tuttavia circa 50 anni fa nacque una domanda da parte dei thai educati negli studi classici, e cioe’ anche in sanscrito e pali, di inventare un sistema di romanizzazione che seguisse piu’ da vicino la moderna pronuncia tai. Ci furono allora molti cambiamenti , cambiarono anche il nome di citta’ ad esempio Nagara Rajsima divenne Ratcha Seema, Bajrapuri divenne Petburi. Piu’ tardi il sistema divenne caotico e fu permesso a tutti di scrivere come la parola suona a se stessi, questo ha creato piu' confusione, anche su giornali e riviste, tanto da non poter quasi riconoscere il nome del miglior amico sulla carta stampata.
Nel tempo comunque molte altre parole straniere entrarono nella lingua tai: parole malesi come sarong, o portoghesi come pang, il modo in cui i thai sentivano il suono di pão, bia dall’inglese o tedesca beer, butik dal francese boutique. Nuove parole arrivarono anche dall’arabo, dal farsi, dallo spagnolo, dal vietnamita e soprattutto dal khmer, con cui il tai condivide circa il 50% del vocabolario, e il lao che ne condivide ancora di piu’. Questa lingua e’ infatti piu’ vicina al htai in generale di quanto lo siano il dialetto del sud e quello cedda, Thailandia centrale. 

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