Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

martedì 22 febbraio 2011

La foresta di mangrovie.


La mangrovia e’ una formazione forestale, formata da alberi e arbusti, tipica delle pianure costiere paludose della zona tropicale e subtropicale, che presentano soprattuto caratteristiche di salinita’ ma sono anche zone basse, protette, con terreni fangosi e saturi.
Oltre che in Thailandia si trovano in altre zone del Sudest asiatico, in Australia, nell’Africa occidentale.
Sul suolo melmoso sottoposto al ciclo delle maree e dunque impregnato di sale, crescono paletuvieri muniti di radici aeree. Queste formazioni di grande resistenza, capaci di trattenere i sedimenti portati dai fiumi, si sviluppano rapidamente e un po’ alla volta avanzano in mare. Di questi depositi di sedimenti, ad alto contenuto organico, hanno bisogno per svilupparsi. Piu’ all’interno la vegetazione assume l’aspetto di una foresta fitta e bassa, simile a una macchia. I due insieme formano cosi’ lungo le coste una fascia vegetale continua e compatta che puo’ raggiungere la profondita’ di una ventina di chilometri. Si trovano principalmente in due ambienti gli estuari e le zone costiere aperte, sono quindi l’unione fra due mondi quello terrestre e quello marino e offrono grandi benefici a entrambi.
Anche se sono molte le specie di alberi e arbusti che si adattano a queste condizioni, quindi il bioma non ha bisogno di piante strettamente imparentate fra loro, il numero di specie rispetto a quello della foresta tropicale pluviale e’ minore. E’ a questo insieme di piante differenti che si da’ il nome di mangrovie.
Le specie dominanti sono quelle che hanno radici capaci di respirare e che permettono loro di sopravvivere in un bioma dove si registrano acque. Alcuni alberi hanno radici a puntello in modo da permettere alla pianta di ancorarsi nel terreno fangoso, altri hanno radici aeree che prendono ossigeno direttamente dall’atmosfera.
Alcune piante di queste formazioni sono sorprendentemente resistenti alla salinita’ dell’acqua, esse riescono a resistere in condizioni che presentano fino a due volte la salinita’ del mare, zone in cui il sale e’ diventato concentrato per evaporazione, alcune piante hanno ghiandole speciali per evitare l'accumulo di sale in eccesso, l’eccesso di sale non comprende le radici ma e’ concentrato nelle foglie piu’ vecchie e scaricato quando queste cadono. Dato che non molte piante possono adattarsi alle caratteristiche di salinita’ e carenza di ossigeno, altre piante dello stesso bioma preferisco l’acqua dolce e si estendono verso l’interno. Le quattro principali specie, che sono conosciute come alofite, sono Avicennia, Sonneratia, Rhizophora, Bruguiera. Fra queste piante caratteristiche sono la Rhizophora Mucronata, una specie di politiviere coperto di spine appuntite terminanti in foglioline, quando cadono nel fango le spine mettono radici all’istante e crescono rapidamente dando origine a nuovi alberi, la Rhizophora si riproduce anche secondo la modalita’ piu’ diffusa della germinazione.
L’Amoora Calcullata e lo Xylocarpus sono fra i rari frutti che crescono nelle mangrovie da ricordare anche il frutto della palma nipa che cresce di solito lungo i canali che percorrono le mangrovie, il frutto e’ commestibile. I frutti di questo bioma hanno generalmente forma a tubo e iniziano a germinare quando sono ancora sulla pianta. Quando poi cadono la loro forma appuntita permette loro di ancorarsi al fango e di scendere in profondita’ questo garantisce loro di non essere portate via dal flusso e riflusso delle maree e da il tempo necessario per mettere radici. Queste piante crescono fino a un’altezza che varia dai 2 ai 40 metri. Come nella foresta tropicale e monsonica le foglie hanno generalmente forma a goccia che permettono all'acqua di scorrere via facilmente.
Le paludi costiere sono percorse da canali soggette al flusso e riflusso delle maree. I paletuvieri, caratterizzati da un sistema di radici in parte aeree, crescono fino alla linea della bassa marea; piu’ oltre le loro radici non potrebbero procurarsi l’ossigeno necessario alla sopravvivenza. Superato il limite dell’alta marea il paesaggio assume a poco a poco l’aspetto di giungla tropicale.
Il tipo e la crescita di una foresta di mangrovie e’ condizionato da diversi fattori: il clima, il livello di fluttuazione delle acque, la tolleranza al sale, i nutrienti e l'energia delle onde.
Al contrario le piante non sono per niente resistenti agli sbalzi climatici, vivono infatti in zone in cui la temperatura non e’ mai inferiore ai 19°C, inoltre la loro massima tolleranza e’ di 10◦C, il che significa che non sopportano temperature superiori ai 39◦C. A causa di questo vivono a latitudini comprese fra 32º N e 38º S.
Sono formazioni utilissime in quanto proteggono le regioni tropicali costiere dall’erosione. Il loro massiccio sistema di radici dissipa l’energia del moto ondoso ed e’ quindi una salvaguardia e un aiuto in caso di tsunami e tifoni. Sempre con le radici rallentano l’acqua delle maree catturando i sedimenti dell’oceano durante il ciclo quotidiano. Questo filtraggio svolto dalle foreste di mangrovie svolge un ruolo vitale nel proteggere il letto d’erbe del mare e difende le barriere coralline da danneggiamenti.
L’ecosistema unico che si trova nelle maglie delle intricate radici delle mangrovie offre un ambiente marino unico per gli organismi giovani. In Thailandia molte specie di pesci, commercialmente importanti, possono contare sulle mangrovie come su un vivaio. Nelle acque fangose vivono numerose specie marine sopratutto perioftalmi, granchi e molluschi, ma si possono anche ricordare alghe e ostriche.
Riguardo agli uccelli le mangrovie offrono loro un umido habitat adatto alla creazione del nido o un luogo di sosta, per centinaia di specie, durante le loro migrazioni. Fra gli uccelli che vi abitano si possono ricordare: il nibbio reale, il martin pescatore dal collare, l’airone cenerino, il cormorano maggiore. Altri uccelli che non abitano permanentemente nelle mangrovie ne fanno uso per trovarvi il cibo o altre attivita’.
Fra gli animali che hanno questo ambiente come habitat caratteristico sono da ricordare: il crocodilus porous, detto anche coccodrillo marino, e le scimmie granchivore. Fra i serpenti quello arboricolo nero e oro.
Nel sud della Thailandia le mangrovie coprivano vastissime zone calcaree sommerse, formatesi milioni di anni fa. Nel corso dei millenni le mangrovie sono avanzate o arretrate secondo il livello del mare. Attualmente formazioni di mangrovie si trovano in 23 zone costiere della Thailandia. Queste foreste coprivano nel 1961 368,000 ettari della nazione, nel 2002 gli ettari occupati erano scesi a 240,000.
Le foreste di mangrovie sono attualmente tra gli ambienti più minacciati del mondo e stanno sparendo a un ritmo accelerato e cio’ vale anche per la Thailandia. Diversi ne sono i motivi. L’abbattimento degli alberi e l’aumento degli allevamenti di gamberetti minacciano le mangrovie. Gli allevamenti di gamberetti proliferano nelle regioni costiere della Thailandia e sono considerate la causa principale del danneggiamento dell’ambiente di questa zona. Le foreste di mangrovie sono tagliate e sono dragate per aprire gli allevamenti. Inoltre le parti esposte delle radici di mangrovie sono estremamente sensibili agli intasamenti di petrolio greggio e di altre sostanze inquinanti; rifiuti organici, sali minerali tossici, prodotti chimici organici soffocano le sezioni sott'acqua di mangrovie. Questi veleni si possono anche concentrare nella struttura cellulare delle piante. Inoltre, il carbone e le industrie del legno sono una seria minaccia per le foreste di mangrovie, da non dimenticare e’ il grande boom dell’industria del turismo, che, come ovunque, ha fatto la sua parte.
Per tutto cio’ soffrono le specie locali e gli uccelli migratori, che una volta venivano qui a migliaia, non ritornano. Gli allevamenti sono spesso in parchi protetti e uomini d’affari senza scrupoli pagano uomini politici che permettono la costruzione. Vale poi considerare il fatto che le mangrovie sono un’ottima risorsa per ricavare carbone vegetale e l’uomo ne ha approfittato a piene mani. In tal modo un po’ come avviene per i nostri alberi montani che hanno una preziosa funzione antivalanghe , viene a mancare alle coste una protezione dalle risacche divoratrici del suolo.
Nel 2004 per proteggere queste zone fu varato un piano quinquennale chiamato “Piano di Azione per la gestione delle mangrovie nel Golfo di Thailandia”, aveva lo scopo sia di preservare le foreste di mangrovie sia di permetterne un uso sostenibile rispettando l’ambiente. Dopo lo tsunami del 2003, molte comunita’ locali si sono interessate a una rimboschimento delle foreste di mangrovie come protezione contro eventuali disastri sul tipo di quello che era appena successo. Il Dipartimento della Marina e delle Risorse Costiere studio’ un programma per conservare e riabilitare queste foreste. Quattro stazioni per lo sviluppo delle mangrovie sono state istituite in Trang al fine di sostenere il programma di attivita’ che comprende rimboschimento e manutenzione delle mangrovie, possibilita’ di addestramento per creare nella comunita’ capacita di gestione forestale, costruzioni di relazioni amichevoli fra i membri della comunita’ locale, il governo e le ONG, riduzione della raccolta di legno illegale e delle coltivazione agricole. Questo progetto ha anche istituito una zona di protezione delle mangrovie, dove la raccolta del legno e’ proibita, con l’eccezione di particolari circostanze. La comunita’ coltiva anche piantine nel suo vivaio.

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