Ovunque andiate... che i vostri piedi non inciampino, che le vostre braccia non si indeboliscano e che le vostre parole siano veritiere. Allora le vostre speranze saranno esaudite e le vostre iniziative avranno successo (Fabio, da una Preghiera tribale del nord Thailandia).

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lunedì 23 gennaio 2017

Credenze buddiste e animiste sugli animali in Thailandia.

I buddisti tailandesi vedono gli umani e gli animali come esseri strettamente correlati, in entrambi ci puo’ essere la natura del  Buddha e la possibilità di diventare perfettamente illuminati. Nel pensiero buddhista gli animali sono sempre stati considerati come esseri senzienti. Secondo la scuola Mahayana essi possiedono la natura del Budda e quindi il potenziale per l'illuminazione. Inoltre, la la dottrina delle rinascite ritiene che qualsiasi essere umano potrebbe rinascere come animale e qualsiasi animale potrebbe rinascere come un essere umano. Quindi lo spirito che alberga in un animale puo’ essere quello un parente morto e rinato, e guardiando abbastanza lontano nella lunga serie di vite si potrebbe arrivare a credere che ogni animale deriva da un lontano parente.
È a causa di questa filosofia che i buddisti sono incoraggiati ad amare tutti gli esseri viventi e non dovrebbe limitare il loro amore al solo genere umano. un ideale che è a stretto contatto con il karma.
Gli animali hanno bisogno della nostra simpatia. Ogni essere vivente deve contribuire agli ecosistemi di tutto il mondo, e aiutare a mantenere un equilibrio della natura. Se è giusto che gli esseri umani non siano privati dei  loro diritto di vivere non è giusto che gli animali lo siano.

martedì 17 gennaio 2017

Il ciclo di 12 anni,lo Zodiaco thailandese

Come le fasi lunari, il ciclo di 12 anni originariamente arrivo’ in Thailandia dalla Cina.  Lo zodiaco cinese e lo zodiaco thai seguono il ciclo lunare di 12 anni a differenza dello zodiaco occidentale che divide ogni anno in mesi, anche se il sistema cinese contiene "animali interiori" assegnati a ciascun mese.
In Thai, un segno zodiacale è comunemente indicato come raasĕe e il ciclo di 12 anni dello Zodiaco è bpee nak-sat.
Completare un ciclo di 12 anni è ritenuto molto importante e di ottimo auspicio e augurio in Thailandia e questo vale sia per le società che per le persone, cosi il 12⁰, 24⁰, 36⁰, 48⁰, 60⁰, 72⁰, 84⁰ compleanno portano con se qualcosa di speciale. Sono occasioni speciali per celebrare e ricongiungersi. Ogni dodici anni la gente avrà una festa speciale o per un compleanno o l'anniversario di un evento importante, un matrimonio, ad esempio. Una volta le persone che sono oggi anziane e i loro antenati non festeggiavano o tenevano in poca importanza i compleanni ma facevano una gran festa al termine del loro ciclo di 12, se allora si era invitati a una festa di compleanno si poteva essere certi che era  per la fine di un ciclo.

sabato 14 gennaio 2017

Importanza delle fasi lunari in Thailandia.

Il calendario lunare thailandese conta i giorni in base alle fasi lunari, è un calendario lunisolare buddista. E' utilizzato per il calcolo dei giorni di festa regolamentati dalla luna. Il calendario lunare thai non segna l'inizio di un nuovo anno, quando si inizia un nuovo conteggio da 1 a 12, il che comunque si verifica più frequentemente nel mese di dicembre.
Un completo ciclo lunare dalla nuova luna alla luna piena e poi di nuovo indietro prende 29 giorni e mezzo. Due lunazioni successive prendono un po’ più di 59 giorni. Così mesi alterni del calendario lunare devono essere lunghi uno 30 e l’altro 29 giorni. Il calendario lunare thai approssima tale intervallo con coppie di "mesi normali" che sono alternativamente lunghi 29 e 30 giorni.

Il problema di far combaciare il calendario lunare col calendario gregoriano è che i mesi lunari sono più corti di quelli del calendario gregoriano.

venerdì 12 agosto 2016

Colughi o lemuri volanti.

I Colughi anche conosciuti col nome di lemuri volonti sono mammiferi che volano fra gli alberi.  Sono presenti nel sud est asiatico. Ci sono solo due specie esistenti e costituiscono l'intera famiglia Cynocephalidae  e l'ordine Dermoptera. I colughi sono presenti dalla Birmania, Indocina e sud della Thailandia e nella peninsula malese, Singapore e le isole indonesiane di Sumatra e Java. Essi si trovano anche in tutto il Borneo. La seconda specie di colughi abitano a sud delle Filippine.
In realtà non volano planano, il loro volo è a vela, hanno lembi di pelle in più tra le gambe che permettono di scivolare dalla posizione più alta alla più bassa. Comunque sono gli alianti più capaci di tutti i mammiferi.
Pur essendo noti col nome di lemuri volanti, non sono neppure veri lemuri.

martedì 2 agosto 2016

Gatto Korat (Si-Sawat).

Il Korat è una razzaa di gatto domestico color blu-grigio ardesia, dal pelo corto, con un piccola corporatura media e una bassa percentuale di grasso corporeo. Il suo corpo è insolitamente pesante per le sue dimensioni. Si tratta di un gatto attivo intelligente e giocoso che forma forti legami con le persone. Tra le caratteristiche distintive del Korats 'è la sua testa a forma di cuore e grandi occhi verdi.
Il Korat è una razza naturale, e una delle più antiche razze di gatti stabili. Originario della Tailandia, prende il nome dalla provincia di Nakhon Ratchasima, in genere chiamata  "Korat" dal popolo thailandese. Il Korat è stato scoperto in Ampur Pimai, provincia di Korat.

Gatto siamese.

Il gatto siamese è una delle prime razze distintamente riconosciute di gatto asiatico. Una delle diverse varietà di gatto native della Thailandia.
Il siamese è uno stock di fondazione di molte altre razze sviluppate da incroci con altri gatti; alcuni esempi sono l'Oriental Shorthair e Colourpoint Shorthair, sviluppato per ampliare la gamma di modelli di cappotto; la variante a pelo lungo molto spesso soprannominata himalayana; e i Cornish Rex, Sphynx e Peterbald.

mercoledì 27 luglio 2016

Leopardo nebuloso

Il leopardo nebuloso (Neofelis nebulosa) è un gatto selvatico che vive dai piedi dell'Himalaya attraverso l’Indocina e la Cina, ed è stato classificato come vulnerabile nel 2008 dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). La sua popolazione totale si pensa sia  meno di 10.000 individui adulti, con un trend in diminuzione, e nessun singolo popolazione conta più di 1.000 adulti.

Pipistrello calabrone.

Il craseonycteris thonglongyai noto anche come il pipistrello calabrone, è una specie vulnerabile di pipistrello e l'unico membro esistente della famiglia Craseonycteridae.
E’ conosciuto anche come pipistrello di Kitti in omaggio allo zoologo thailandese Kitti Thonglongya, scomparso prematuramente nel 1974.
E’ nativo e vive nella parte occidentale della Thailandia e nel sud-est della Birmania, dove occupa grotte calcaree lungo i fiumi all'interno di foreste sempreverdi secche o boschi di latifoglie.

mercoledì 20 luglio 2016

Mustela strigidorsa o donnola dalle strisce nere

La Mustela strigidorsa chiamata anche donnola dalle strisce nere, è una donnola che si trova nel sud-est asiatico ed è elencato come Least Concern dall'IUCN cio’ per la sua ampia distribuzione, grande popolazione presunta, la presenza in un certo numero di aree protetta, l’apparente tolleranza ad un certo grado di modificazione dell'habitat e alla pressione venatoria.

venerdì 15 luglio 2016

Binturong.

I Binturong sono noti anche come gatti orso perché ha una faccia che sembra un gatto e un corpo come un orso con lunghi peli neri arruffati. tuttavia essi non sono legati a nessuno dei due animali. Il vero significato del nome binturong non è noto perché la lingua da cui deriva il suo nome è ormai estinta.
Sono noti anche come zibetti malesi.

giovedì 14 luglio 2016

Banteng

Il banteng (Bos javanicus), è una specie di bovino selvatico che vive nel sud est asiatico.
Banteng sono stati addomesticati in diversi luoghi nel Sud-est asiatico, e ci sono circa 1,5 milioni di banteng domestici. Questi animali sono usati come animali da lavoro e per la loro carne. I Banteng sono anche stati introdotti in Australia del Nord, dove hanno stabilito gruppi selvatici stabili.
Ci  sono 3 sottospecie riconosciute di Banteng: banteng Java, banteng Borneo,  banteng Burma.

mercoledì 6 luglio 2016

Prionodon linsang

Il prionodon linsang, chiamato anche linsang a bande o linsang fasciato è un mammifero carnivoro che dimora suli alberi della penisola malese, Sumatra, Borneo, Java occidentale e Thailandia.
La due specie di linsang Prionodon asiatico, precedentemente classificate come parte della famiglia degli zibetto (Viverridae), sono ormai noti per avere la propria famiglia separata, la Prionodontidae. Quattro sottospecie di linsang fasciato sono stati descritte, di queste il Prionodon linsang  linsang vive nel sud del Myanmar, Thailandia del sud, Malaysia peninsulare e Sumatra.

Gatto asiatico d'oro.

Il gatto asiatico d'oro è chiamato anche gatto di Temminck in onore del zoologo olandese Coenraad Jacob Temminck, che per primo ha descritto il gatto d'oro africano nel 1827.
I gatti dorati asiatici sono gatti di medie dimensioni e hanno una lunghezza del corpo tra 75 e 105 cm, una lunghezza di coda tra i 40 ei 55 cm e un peso compreso tra 6 e 15 kg, che è di circa due o tre volte superiore a quello di un gatto domestico.
Il pelo è di colore uniforme, ma molto variabile, puo’ essere di colore d'oro / rosso, marrone, nero o grigio e alcuni individui possono essere contrassegnati con macchie e strisce, inoltre essi hanno marcature bianche e nere separate sul loro volto e alla gola. Le orecchie sono nere con una zona grigia centrale.

venerdì 8 febbraio 2013

Parco Nazionale Doi Pha Hom Pok.

Il Parco Nazionale Doi Pha Hom Pok, noto in precedenza col nome di Parco Nazionale Mae Fang è il più settentrionale fra i parchi nazionali in Thailandia. Si trova fra i distretti di Fang, Mae Ai e Chai Prakan nella provincia di Chiang Mai. Il parco si estende per 524 km ² di territorio montano della catena Daen Lao, al confine con la Birmania.

martedì 14 giugno 2011

Parchi nazionali del Nord.

I parchi nazionali del Nord Thailandia sono frizzanti, freschi ritiri montuosi, un mondo lontano dal caldo tropicale che regna a altitudini piu’ basse. I migliori sono facilmente accessibili da Chiang Mai e il migliore di tutti e’ sen’altro Doi Inthanon, solo 58 km. a sudovest di Chiang Mai, sulla strada per Mae Sariang. Il parco fu creato per proteggere quattro dei principali affluenti del Ping e la montagna piu’ alta di Thailandia, un massiccio in granito, che prende il nome dall’ultimo principe regnante in Chiang Mai, e cje si eleva fino a 2565 mt. con i fiumi e le montagne, Doi Inthanon offre una vasta regione di foresta montana sempreverde, acri di fiori selvatici in primavera, diverse impressionanti cascate, grandi panorami dalla cima e una vasta gamma di vita selvatica.
Essendo la montagna piu’ alta della Thailandia Doi Inthanon è il solo posto nel paese dove in dense foreste crescano castagni, querce e magnolie, vegetazioni che sono associate a climi temperati. La varieta’ della flora si estende a piante che prosperano in climi freschi, umidi su montagne piene di nebbia, come le epifite, i licheni, il muschio, le orchidee.
Quest’area protetta e’ anche ricca di uccelli che comprendono blue winged minlas, gren cochoas, red headed trogons e green tailed sunbirds, che si riuniscono sulla sommita’ di una pakude muschiosa. La sola esistente in Thailandia. 400 specie di uccelli fanno il loro nido in questo parco.
Il parco e’ anche casa del machaco dell’Assam, di scimmie e gibboni e di specie in via di estinzione come l’orso nero asiatico e il toporagno Szechuan.
Dopo aver passato la porta del parco, alla base della lunga stasda che porta alla cima, i visitatori incontrano la cascata Mae Klang e poi la spettacolare cascata Vachiratarn, sul fiu,me Mae Klang, che ha una caduta di 50 metri. la strada continua su per la montagna seguendo il corso del fiume, si viaggia attraverso foreste di piante decidue e sempreverdi fino a raggiungere la cascata Sriphum, a mezza strada. Da questa cascata la strada continua passando parecchi villaggi di Karen e Hmong, dove gli abitanti gestiscono fattorie sperimentali, fino a raggiungere la cima. Il panorama e’ spettacolare.
Cica 3 km. dalla cima si trova Phra Mahathat Namphamethanidon, costruto per commemorare il 60◦ compleanno del re. I due chedi in marmo hanno rilievi in terracotta.
Il parco nazionale di Doi Suthep – Doi Pui copre un’area di 261 lmq. Comprende due alte montagne da cui prende il nome Doi Suthep, 1685 mt., e Doi Pui, 1676 mt.
Facilmente accessibile e solo 16 km. dalla capitale storica, Doi Pui e’ coperta da foreste che include piante decidue e sempreverdi, con alcune semi-sempreverdi che nascono vicino alle vbie d’acqua a piu’ basse altitudini. Il parco supporta una notevole flora con piu’ di 2,000 specie di piante fluorescienti, alcune delle quali sono uniche del parco.
Fra la fauna ci sono piccoli mammiferi, alcune delle piu’ grandi formiche del mondo e un prolferare di uccelli esotici, fra cui gazze blu e la mutevole falco aquila....
Il parco e’ ben organizzato e offre sistemazioni in dormitori e bungalow e ha molti percorsi da fare in bicicletta, compreso uno che passa attraverso villaggi di Hmong e arriva fino alla cima di Doi Pui. Una funicolare porta al wat sulla cima di Doi Suthep.

Chat Trakan.
Si estende in: Phitsanulok. Attrattive: Namtok Chat Trakan, tunnel Pha Lek. Per arrivare: prendere ka Phitsanulok – Lomsak Highway fino al km. 67-68, poi prendere la Highway 2013 e andare dritti per 29 km., girare a sinistra a Amphoe Nakhon Thai, continuando per 38 km., girare a immettendosi sulla Hifghway 1237, per 10 km. Distanza da Bangkok: 560 km.

Chae Son.
Si estende in: Lampang. Attrattive: sorgenti calde, Namtok Chae Som. Per arrivare: Highway 1035 per 38 km., poi girare a sinistra in Amphoe Chae Hom per 17 Km. Distanza da Bangkok: 674 km.

Doi Inthanon.
Si estende in: Chiang Mai. Attrattive: cascate, Tham Brichinda, progetti reali. Per arrivare: prendere la Chiang Mai – Hot Rd., per 58 km., girare a sinistra e proseguire per 9 km. Distanza da Bangkok: 767 km.

Doi Suthep – Pui.
Si estende in: Chiang Mai. Attrattive: cascate, Phra That Doi Suthep, villaggi di tribu’ delle montagne. Per arrivare: da Chiang Mai lungo la strada Huai Kaeo – Chiang Mai University – Chiang Mai zoo, per Doi Suthep circa 5 km. Distanza da Bangkok: 700 km.

Doi Khuntan.
Si estende in: Lamphun e Lampang. Attrattive: foreste di pini, cascate. Per arrivare: prendere il treno Bangkok – Lampang e scendere alla stazione di Doi Kun Tan, poi camminare sulla collina per circa 1.3 km. Distanza da Bangkok: 683 km.

Doi Luang.
Si estende in: Chiang Rai. Attrattive: Namtok Wang, Namtok Pu Chang. Per arrivare: prendere la Lampang – Chae Hom – Wang Nua e continuare per altri 26 km. fa Amphoe Wang Nua. Distanza da Bangkok: 725 km. 

Khlong Lan.
Si estende in: Kamphaeng Phet. Attrattive: Namtok Khlong Lan, Namtok Khlong Nam Lai, Kaeng Ko Ro Roi. Per arrivare: al km. 346, sulla Highway n. 1, circa 10 km prima di raggiungere Kamphaeng Phet girare a sinistra e immettersi sulla Khlong Mae Lai – Umphang Rd., continuare per 45 km., verso il mercato di Khlong Lan, poi girare a destra per il parco nazionale, 4 km. Distanza da Bangkok: 394 km.

Khlong Wang Kao.
Si estende in: Kamphaeng Phet. Attrattive: Namtol Wang Kao, Namtok Huai Tao Dam. Per arrivare: guidare lungo la Phahonyothin Rd., sulla rotta Kamphaeng Phet – Tak, poi girare a sinistra sulla Ban Wang Kao – Ban Lo Kho, highway 410, per altri 29 km. Distanza da Bangkok: 410 km.

Lansang.
Si estende in: Tak Attrattive: Namtok Lamsang, Namtok Pha Ngoen. Per arrivare: prebdere la Highway n. 1, Asia Rd., passando Nakhon Sawan, 7 km. prima di raggiungere Tak, girare a sinistra sulla Highway n. 195, al km 12 girare ancora a sinistra, 3 km. Distanza da Bangkok: 430 km.

Mae Yom.
Si estende in: Phrae e Lampang. Attrattive: Kaeng Sua Ten, foreste di teak, lago Lom Dong.
Per arrivare: da Phrae andare a nord lungo la Highway n. 101, girare a sinistra, sulla Highway n. 103 a A n. 103 a Amphoe Rong Kwang, continuare per 26 km., poi prendere la Song Ngao per altri 20 km. Distanza da Bangkok: 621 km. 

Mae Ping.
Si estende in: Lamphung, Tak e Chiang Mai. Attrattive: kago, Namtok Ko Luang. Per arrivare: Da Amphoe Li, Lamphung, prendere la Li – Ko Rd., highway 1087, per 20 km. Distanza da Bangkok: 555 km.

Mae Wong.
Si estende in: Kampaheng Phet e Nakhon Sawan. Attrattive: Namtok Mae Krasa, Namtok Mae Ki Mae Wong.Per arrivare: da Kamphaeng Phet prendere la Kamphaeng Phet – Khlong Lan Rd., Nakhon Sawan-Latyao, per 65 km. Da Nakhon Sawan prendere la Highway n. 1072, Nakhon Sawan-Latyao, poi girare sulla Highway n. 1117, Khlong Lan-Umphang, al km. 65. Distanza da Bangkok: 425 km.

Namtok Mae Surin.
Si estende in: Mae Hong Son. Attrattive: Namtok Mae Surin, Doi Mae U-Kho.
Per arrivare: da Mae Hong Song andare a sud, lungo la Highway n, 108, verso Amphoe Khun Yuam, proseguire per 30 km. Distanza da Bangkok: 904 km.

Nam Nao.
Si estende in: Phetchabun. Attrattive: pinete, Namtok Heo Sai. Per arrivare: Prendere la Phetchabun – Lomsak, highway n. 21, e girare sulla Lomsak – Chumpae Rd., 50 km. Distanza da Bangkok: 440 km.

Ob Luang.
Si estende in: Chiang Mai. Attrattive: gola Ob Luang, canale Mae Cham, Doi Pha Chang. Per arrivare: da Chiang Mai prendere la Highway n. 108, Chiang Mai – Hot Mae Sarieng Rd., per 110 km. Distanza da Bangkok: 810 km.

Phu Hin Rong Kla.
Si estende in: Phitsanulok. Attrattive: foresta sempreverde, cascate, vasta pianura di rocce incrinate distribuite tutt’intorno. Per arrivare: prendere la Phitsanulok – Lomsak Highway, highway n, 12, circa al km. 68 girare a sinistra, a Ban Yang, e proseguire per altri 24 km. poi girare a destra prendendo una strada elevata, proseguire per altri 31 km. Distanza da Bangkok: 450 km. 

Ramkamhaeng.
Si estende in: Sukhothai. Attrattive: Namtok Sai Rung. Per arrivare: prendere la Highway n. 101 e giarare verso il parco nazionale al km. 414, 16 ulteriori km. Distanza da Bangkok: 430 km.

Si Satchanalai.
Si estende in: Sukhothai. Attrattive: namtok Tat Dao, Namtok Tat Duan, Per arrivare: da Sukhothai prendere la Sawan – Khalok Si Satchanali Rd. per 68 km., poi prendere la Si Satchanali – Ban Kaeng – Huai Youk Rd. per circa 41 km., prima di raggiungere il Ban Huai Yuok girare per il parco nazionale, 2 km. Distanza da Bangkok: 538 km.

Si Lanna.
Si estende in: Chiang Mai. Attrattive: riserva idrica, Namtok Mon Hin Lai. Per arrivare: prendere la Chiang Mai – Phrao Rd., highway 1001, per km. 79, poi fermarsi all’ufficio alla riserva idrica di Mae Tang. Distanza da Bangkok: 775 km.

Thung Salaeng Luang.
Si estende in: Phitsanulok e Petchabun. Attrattive: campi, pinete, Namtok Kaeng Sopha.
Per arrivare: da Phitsanulok prendere la Phitsanulok – Lomsak Highway per 80 km. Distanza da Bangkok: 452 km., da Phetchabun 50 km.

Taksin Maharat.
Si estende in: Tak. Attrattive: Ton Krabak Yai . Per arrivare: lungo la Tak – Mae Sot Highway, al km. 25-26, circa 32 km., poi girare a destra per 2 ulteriori km. Distanza da Bangkok: 460 km.

Wiang Kosai.
Si estende su: Phrae e Lampang. Attrattive: Namtok Mae Koeng, Mae Jok Hot.
Per arrivare: da Phrae andare a sud, lungo la Highway n. 101, passare Amphoe Den Chai, proseguire per 10 km., poi girare a destra per ulteriori 13 km.


giovedì 24 febbraio 2011

Ambienti e vita selvatica.

La Thailandia come e’ tipico dei paesi con alta densita’ di popolazione, ha fatto gravi danni sui ecosistemi. I tagli e l’agricoltura hanno ridotto le foreste che, 50 anni fa, la coprivano per quasi il 50% a corrente 29%, in base a quanto dichiara il World Resources Institute. Questa percentuale e’ in media con la media globale ma sopra la media dell’Asia. La perdita di foreste e’ stata accompagnata dalla diminuzione di vita selvatica. Specie animali che una volta abitavano in abbondanza nella zona si sono estinte compreso il kouprey (un tipo di bovino selvatico), il cervo di Scomburk e il rinoceronte di Giava ma innumerovoli altre specie sono in via di estinzione. 
In risposta al degrado dell’ambiente il governo thailandese ha creato un gran numero di aree protette, riserve e santuari, parchi naturale ed emanato leggi per progeggere animali e piante specifici, cio’ fin dagli anni ’70. Il governo spera di far tornare la copertura delle foreste al 40% per la meta’ di questo secolo. I rapporti del World Conservation Centre confermati da quelli del Unite Nation Enviroment Programme (UNEP) dichiarano che la Thailandia ha creato e sta ricreando piu’ zone protette da foreste che qualsiasi altro paese del Sudest asiatico, questo sia proporzionali che in termini di chilometri quadri.
Nel 1989 tutti i tagli sono stati banditi su tutto il territorio nazionale in seguito a un disastro che un anno prima si era abbattuto su alcuni villaggi e ucciso un centinaio di persone. Centinaia di tonnellate di tronchi tagliati erano rotolati giu’ dalle zone deforestate nella provincia di Surat Thami. Oggi e’ illegalmente proibito vendere legno di piante tagliate nel paese e teoricamente tutto il legname importato e’ contato prima di andare sul mercato.
La Thailandia ha firmato la Convenzione sul traffico internazionale delle specie in via di estinzione (Cites) proposta dalle Nazioni Unite e sebbene la Thailandia abbia raggiunto migliori traguardi dei suoi vicini la corruzione ostacola i tentativi del governo tesi ad impedire che specie esotiche finiscano sul mercato illegale globale. La chiusura dei ristoranti che servivano piatti con carne di animali della foresta anche in via di estinzione come il cervo che abbaia, l’orso, il pangolino, la civetta e il gaur, ha invece fatto scomparire questi piatti.
In ogni caso tutti gli esperti sono d’accordo che i maggiori pericoli per gli animali non dipendono dalla caccia o dal commercio illegale ma dalla perdita dell’ambiente. Se le foreste, le mangrovie, le paludi, le pianure sono protette esse proteggeranno gli animali.
Il Royal Forest Department e’ continuamente sotto pressione perche’ prenda azioni immediate nelle aree dove leggi di preservazione non sono applicate, specialmente in zone costiere dove sono fiorite illegali sistemazioni per turisti. Le lente risposte per quanto riguarda Ko Phi Phi e Ko Samet indicano che nell’area sono coinvolti intertessi economici.
Gli sforzi del Dipartimento forestale sono anche frenati da una mancanza di personale e di fondi. La paga media di un ranger e’ meno di 175 baht al giorno (a seconda dei cambi, ma se prendiamo 42 che e’ una media, circa 4 € al giorno. Alcuni non sono pagati per niente ma ricevono vitto e alloggio.cosa si puo' pensare che possa succedere se queste persone si trovano di fronte a un ricco padrino cinese che controlla il taglio illegale o affari che riguardano animali selvatici e ben disposto ad aprire i cordoni della borsa..
Le risorse marine sono anche minacciate dalla mancanza di programmi di lunga conservazione. La parte superiore del Golfo di Thailandia, fra Rayong e Phrachuap Khiri Khan era una volta fra le piu’ feruli aree marine al mondo. Ora c’e’ una significativa mancanza di vita marina dovuta alla sovrapesca. Gli esperti dicono che non e’ troppo tardi per riabilitare la parte alta del golfo riducendo l’inquinamento e eliminando i peschereggi con grandi reti da pesca e riducendo la pesca commerciale a certe zone. Un bando effettivo della pesca al macarello tentato in un primo tempo ha salvato questo pesce da una quasi totale estinzione.



mercoledì 23 febbraio 2011

Foresta tropicale monsonica.

Questo tipo di foresta si trova a nord della foresta pluviale tropicale e la differenzia il fatto che e’ soggetta a cambiamenti annuali nella direzione prevalente dei venti. Si trova quindi in aeree che hanno circa latitudine 15, sia rispetto al Tropico del Cancro che a quello del Capricorno. Coprono non solo la Thailandia, specie il nord, ma anche il Vietnam del sud, il Laos del sud, il Myanmar, il nordest dell'India, il Bangladesh e alcune regioni come il sud della Cina. Tutte queste regioni hanno una caratteristica in comune: sperimentano un clima tropicale monsonico e sono soggette al vento del nord che soffia giu’ dal secco e fresco altopiano del Tibet da ottobre a marzo portando tempo secco e a sua volta il vento del sud soffia dall’Ocenao Indiano da aprile a settembre, stagione dei monsoni, portando tempo umido. Le foreste tropicali tipiche di questa regione sono dominate da alberi decidui e semidecidui di Dipterocarpaceae, Fabaceae, e Verbenaceae. 
Comparate con le foreste tropicali pluviali le foreste monsoniche hanno alberi diversi e piu’ bassi a causa del minor ammontare di piogge, una canopia piu’ bassa e con meno strati, foglie piu’ piccole ma della stessa forma in quanto questo e’ di aiuto a far fluire l’eccesso di acqua nella stagione delle piogge, una minore biomassa plantare, una minor produttivita’ netta e un diametro di crescita degli alberi piu’ basso. Gli alberi decidui perdono le foglie durante la stagione secca in modo da prevenire un uso eccessivo di acqua, inoltre gli alberi hanno radici che vanno in profondita’ a cercare l’acqua che manca in un certo periodo. Anche la quantita’ delle specie degli alberi e’ minore, cio’ per il fatto che qui esiste una stagione secca. I fenomeni riproduttivi sono differenti, nelle foreste tropicali monsoniche fenomeni di infiorescienza avvengono stagionalmente ogni anno. Il sistema di riproduzione e’ differente, anche se occorre dire che non ci sono sufficienti studi su questo per quanto riguarda le foreste monsoniche.
La penisola Indocinese era una volta coperta da foreste tropicali monsoniche ma la maggior patye sono scomparse per il taglio della canopia delle dipterocarpe e degli alberi da teak, cio’ specialmente in Thailandia. Il Laos e’ uno dei pochi paesi dove foreste monsoniche tropicali naturali e secondarie rimangono.
La foresta tropicale monsonica, che copre un terzo del territorio, non e’ un ambiente unico ma una sovrapposizione di ambienti. E’ una formazione vegetale densissima, tipica dei climi tropicali e equatoriali molto umidi, un ambiente che favorisce la comparsa di molteplici forme di vita.
Essa e caratterizzata da varieta’ di alberi decidui, che perdono le foglie nella stagione secca per conservare acqua.
Mentre nelle foreste dei climi temperati gran parte delle sostanze nutritive proviene dal terreno, nei paesi tropicali dove la terra e’ piu’ povera, esse si trovano piu’ in superficie; per questo gli alberi tropicali non radicano oltre gli 8 mt. di profondita’. Radici a pilastro o a trampoli sostengono gli alberi che crescono su terreni troppo molli.
La temperatura costante e l’elevata umidita’ favoriscono la crescita di liane e di altre specie epifite. una foresta monsonica si puo' suddividere nelle seguenti sezioni:
Humus: le piante, gli insetti e i funghi che prosperano a livello del suolo sono la base della catena alimentare. Questi funghi sono quasi microscopici e provocano la decomposizione delle foglie dei rami e quindi la formazione di sostanze nutritive di cui si cibano insetti come le le termiti, le formiche, ecc... che formano colonie e vivono sul pavimento forestale. Questo e’ meno denso che nella foresta tropicale pluviale.
Fino a 5 metri: il sottobosco e’ percorso da predatori come tigri e leopardi a caccia di cibo.
Da 5 a 24 metri sta’ il livello inferiore. Relativamente rado, costituisce un corridoio di passaggio per i binturong, i pangolini e gli zibetti dei palmizi che fanno la spola fra il terreno e la cima degli alberi in cerca di cibo.
Da 24 a 37 metri: la cupola. Il fogliame dei rami, spesso 7 metri che forma la volta della foresta, costituisce l’habitat di una gran varieta’ di animali. Scoiattoli volatili, gibboni e macachi vi trovano in abbondanza frutti, foglie e cortecce. Le foglie della cupola forestale modificano il proprio orientamento per catturare la massima quantita’ possibile di luce solare, la loro forma permette alla pioggia di scivolare e la pellicola oleosa che le ricopre le protegge dalle alghe microscopiche e dai muschi.
Dai 37 ai 49 metri: gli alberi giganti. I giganteschi alberi che emergono dalla cupola forestale danno nospitalita’ a pipistrelli insettivori, rapaci e calao. Fra essi si trovanono liane e piante epifite.
Fra gli animali che vivono o vivevano in quest’ambiente sono da ricordare il tapiro malese, il pangolino, il nicticebo, lo zibetto dei palmizi, il binturong, la pantera nebulosa, l’elefante asiatico e la tigre; fra le scimmie il reso; fra gli uccelli il leiothris lutea e la nettarina scura.
Bisogna osservare la zona a livello del terreno per capire fino a che punto le varie forme vegetali e animali cooperino al ciclo e al riciclo dei vari elementi che, decomponendosi, fertilizzano il suolo. Possono cosi’ svilupparsi nuove piante che a loro volta nutriranno direttamente o indirettamente gli animali della foresta, perpetuandosi in un ciclo naturale iniziato milioni di anni fa e minacciato oggi dalla deforestazione, dalla cultura a debbio e dagli interventi umani.



martedì 22 febbraio 2011

Foresta pluviale.

 
La foresta tropicale pluviale, e’ un bioma caldo e umido che si trova vicino all’equatore e si estende come una cintura attorno alla terra, essa si trova fra 10◦ e 20◦ a nord e sud dell’equatore. Le piu’ grandi foreste di questo tipo si trovano in Sud America e nel Sudest asiatico. Queste foreste ricevono normalmente una media di 203 cm. di pioggia distribuita quasi uniformemente nel corso dell’anno. Il clima e’ abbastanza costante, questo perché le foreste pluviali si tr0vano vicino ai tropici dove il levarsi e il tramonto del sole avvengono alla stessa ora tutto l’anno. La combinazione del calore e dell’umidita’ costanti fanno di questa foresta un ambiente adatto a molte piante ed animali, cosi’ esse contengono la maggiore biodiversita’ al mondo: si calcola che circa 15 milioni di specie fra piante ed animali vivano, al mondo, in questo bioma, piu’ di 400 specie in un ettaro. 
Per quanto riguarda la struttura la canopia e’ superiore ai 30-50 mt. di altezza. Il tronco degli alberi e’ diritto ed ha contorte e forti radici, dato che devono sostenere grossi alberi, queste radici sono superficiali dato che non hanno bisogno di crescere nel terreno per trovare acqua e sali minerali. Il tronco centrale degli e’ fra i 10 e 30 mt. di diametro, la canopia e’ quasi continua e molte piante rampicanti e felci si trovano in questo strato. Gli alberi arrivano a grandi altezze, oltre i 40 metri dato che devono trovare la luce solare. Essi sono sempreverdi e appartengono a un gran numero di specie, fra questi crescono anche molti alberi con legni duri e pregiati come il meranti, il mogano, il seraya, l’ebano e il balsamo. Il sottobosco e’ molto scarno. Le frutta e i fiori sono colorati e profumati per attirare gli agenti di impollinazione. Qui e’ presente l’orchidea, che se non proprio unica a livello di fiori e’ quella di maggior importanza, pianta parassita, trova agio al suo sviluppo sfruttando le risorse degli alberi di maggior altezza.
Il terreno e’ sempre buio e umido, con pochissima luce solare. Dato che l’ambiente tropicale si riferisce ad aree con alte temperature e precipitazioni annuali, senza una stagione secca, viene incoraggiato un alto tasso di crescita nella vegetazione naturale e un’alta decomposizione delle foglie cadute e dei rami, inoltre le foglie sono coriace con le punte ad ago e cio’ permette all’acqua in eccesso di fluire facilmente.
Le caratteristiche di caldo e umidita’ rendono queste foreste un ambiente ideale per per i batteri e altri microrganismi, poiche’ questi organismi rimangono attivi tutto l’anno si decompongono rapidamente i materiali che si trovano sul suolo della foresta. In altri ambienti, come la foresta decidua la decomposizione della lettiera fogliare aggiunge sostanze nutrienti al suolo ma nella foresta tropicale pluviale le piante crescono cosi’ in fretta che si consumano rapidamente le sostanze contenute nel tappeto di foglie decomposto, come risultato la maggior parte delle sostanze nutritive sono contenute negli alberi e in altre piante piuttosto che nel terreno. La maggior parte delle sostanze nutrienti che si trovano al suolo vengono lavate dalle piogge abbondanti che lasciano il terreno fertile e acido.
Molte foreste tropicali pluviali hanno solo due stagioni una umida e una secca, foreste pluviali piu’ lontane dall’equatore possono avere quattro stagioni: due umide e due secche, le foreste vicino all’equatore non hanno stagioni, dato che qui principalmente piove tutto l’anno.
Le foreste pluviali sono molto umide, con un’umidita’ che durante il giorno puo’ arrivare all’80%, durante la notte l’umidita’ continua a stare nella foresta, questo fa si che questo bioma sia caldo sia di giorno che di notte.
Comunque piu’ in alto sono queste foreste piu’ c’e’ una diminuzione di temperature fino ad arrivare che le foreste tropicali di montagna, c’e’ una regola concordata per cui le foreste pluviali che si trovano sopra i 300 mt. di altitudine sono di questo tipo, possono avere temperature che scendono fino 1,7◦C, in questa istanza le temperature in queste montagne possono scendere fino a raggiungere il gelo.
Si puo’ dire che una parte della pioggia che queste foreste ricevono e’ legata a fattori climatici locali ma una parte e’ prodotta dalla foresta stessa. Il caldo fa evaporare le foglie di molte piante creando umidita’, quando questa umidita’ sale dal bosco e si raffredda crea nuvole di pioggia, in questo modo la foresta pluviale e’ responsabile di buona parte dell’umidita’ che riceve.
Infine si puo’ aggiungere che la foresta tropicale pluviale e’ uno dei biomi che riceve piu’ energia solare al mondo, come detto queste foreste si trovano vicino all’equatore e in questa zona i raggi del sole arrivano dritti piu’ che di angolo, come accade in tutte le altre zone.
Le creature piu’ abbondanti che si trovano nella foresta pluviale sono gli insetti, per evitare i predatori molti di questi hanno sviluppato forme di mimetizzazione, alcuni assomigliano a spine, altri a rametti o a foglie o a corteccie. Le farfalle generalmente utilizzano un doppio meccanismo di difesa, col primo fanno in modo di assomigliare a foglie morte e se questo non funziona cambiano metodo, se il predatore si avvicina troppo mettono in rilievo il loro colore fino al punto da farlo brillare, sperando che questo stupisca il predatore e dia il tempo di scappare. Questo sistema e’ utilizzato anche da altri animali e ci sono serpenti velenosi che utilizzano i colori brillanti per avvertire i predatori che sono velenosi se consumati. Anche i colori dei predatori pero’ servono alla mimetizzazione, in modo da arrivare vicino alla preda senza che questa se ne accorga, la pantera nebulosa, ad esempio, ha macchie nere per mimetizzarsi meglio nell’ombra. Comunque anche con questi camuffamenti gli animali non sono sempre sicuri di fuggire ai predatori, inoltre devono fare anche i conti con gli uccelli. Molti animali vivono sulle cime agli alberi: bradipi, orsi, scoiattoli giganti, lemuri, istrici, scimmie, ragni, pangolini, tarsi, gibboni, formichieri, e molti altri. Cio’ e’ dovuto al fatto che nelle foreste pluviali la maggior parte del cibo puo’ essere trovato sugli alberi. Qui si trovano anche le foglie che possono essere commestibili, esse comunque sono fatte di cellulosa e questa sostanza e’ difficile da digerire per alcuni animali, cosi’ alcuni di questi hanno sviluppato nello stomaco composti per digerire la cellulosa. Altri animali, come pipistrelli, colibrì, api e vespe, si nutrono di frutta che qui e’ presente tutto l’anno, i colibri’ comunque mangiano anche insetti per le proteine. I lemuri ed altri animali si cibano della linfa degli alberi, specie quello della gomma, per far questo usano i loro denti aguzzi per staccare la corteccia. Ancora, altri animali trovano cibo a livello del terreno. Predatori piu’ grossi come il giaguaro hanno corpo muscolo, denti aguzzi e mascella forte, che utilizzano per sbranare le loro prede. Scorpioni, ragni e qualche serpente utilizzano il veleno per uccidere. Ci sono poi animali che cibandosi rendono un utile servizio a tutta la foresta dato che cibandosi di rami caduti, foglie e altri rifiuti la ripuliscono in parte, sono questi i lombrichi, le termiti, e i batteri.
Il bioma della foresta pluviale si differenza dagli altri per la quantita’ di vita che possiede: la meta’ degli animali e delle piante di tutto il mondo e questo non basta ogni giorno gli scienziati stanno scoprendo nuove piante e animali in questo ambiente.
Questo tipo di foresta e’ presente in Thailandia solo nel sud del paese, partendo da Chunpon.

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